Gruppo o Centro?

– di Mario Sorino –

     Il nostro glorioso 15° Stormo si approssima a vivere una delle tappe epocali della sua vita: il trasferimento da Pratica di Mare a Cervia. Si tratta del secondo spostamento in pochi anni, che segue quello da Ciampino a Pratica di Mare. Dal punto di vista del notevole impegno logistico non credo che cambi molto spostarsi di 30 oppure di 380 KM, ma un conto è muoversi nell’area della Capitale, un altro è cambiare del tutto regione, latitudine e condizioni meteorologiche generali. Sarà comunque la prima volta che lo Stormo potrà avere una sede tutta sua e questo non è fatto di poco conto.

Ma, come dice lo stesso titolo, intendo parlare di un altro argomento, lasciando alla cronaca del momento ed alle considerazioni che verranno, se verranno, le argomentazioni sul trasferimento dello Stormo.

Oggi voglio parlare dell’85° Gruppo e dell’83° Centro.

Quando quelli della mia generazione furono assegnati al 15° Stormo questo era costituito dall’84° Gruppo, sui velivoli HU16, dall’85° Gruppo, dotato di elicotteri AB47J ed AB204B, e da due Distaccamenti SAR, il 1° dislocato a Linate e dotato, se non ricordo male, solo di ala rotante, mentre il 3°, dislocato sull’aeroporto di Grottaglie, era dotato anche della componente ad ala fissa.

Questa piccola nota storica per far comprendere che in quegli anni chiunque fu destinato alla componente ad ala rotante, in previsione dell’arrivo della nuova macchina, fu assegnato all’85° Gruppo. Poi, come tutti sanno, con l’arrivo degli HH3F l’84° Gruppo fu trasferito a Brindisi, mentre a Trapani ed a Rimini nacquero l’82° e l’83°.

Ma, questa la voce che circolava, l’Aeronautica non poteva superare un prestabilito numero di Gruppi di volo, quindi l’82°, l’83° e l’84° assunsero la denominazione di Centri.

Quindi quasi tutti gli “anziani”, con l’eccezione degli assegnati ai Distaccamenti SAR, hanno fatto parte dell’85° Gruppo prima di essere destinati, per costituirli, ai Centri SAR.

Dopo aver trascorso quasi tutta la mia permanenza allo Stormo in seno all’85° Gruppo, nel 1986 fui trasferito all’83° Centro per assumerne il comando. Sono, quindi, uno di quelli che sa cosa significhi l’orgoglio di appartenere al Gruppo o ad uno dei Centri.

Nelle prossime settimane, con il trasferimento dello Stormo a Cervia, l’85° Gruppo diventerà l’unica propaggine in quel di Pratica di Mare, mentre l’83° Centro per la prima volta si affiancherà allo Stormo, seguendolo nella nuova sede.

Questo cambiamento logistico segnerà anche l’inversione della denominazione delle due unità che diventeranno: 83° Gruppo e 85° Centro.

Il termine Gruppo è sempre stato considerato di gran lunga più nobile rispetto al plebeo Centro. Per cui è comprensibile il dispiacere con cui i mie colleghi anziani ed ex appartenenti all’85° vivranno questa transizione e non so se gli stessi sentimenti troveranno casa negli animi del personale ora in forza all’85° Gruppo. Di contro, forse, per gli ex appartenenti all’83° Centro, e per chi ora ne è in forza, l’approccio alla dimensione Gruppo potrebbe far pensare al tanto agognato riconoscimento di una nobiltà sempre ritenuta nell’animo, ma mai potuta sfoggiare in pubblico.

Personalmente sono molto legato alle due unità ed a quanto queste hanno rappresentato nella mia vita aeronautica. Nell’85° Gruppo ho iniziato a conoscere l’attività operativa, prima montando d’allarme con l’AB204B – e mai potrò dimenticare la mia prima missione di trasporto sanitario di una puerpera dall’isola di Ponza – poi effettuando il passaggio sull’HH3F e quindi svolgendo a Ciampino quasi tutta la mia attività operativa.

Come dimenticare quegli anni così intensi, nei quali il Gruppo era la forza trainante dell’intero Stormo, comandato il più delle volte da persone che non avevano alcuna esperienza di SAR e se l’avevano provenivano dalla linea ad ala fissa? L’85° Gruppo in quegli anni era lo Stormo e prego di comprendere che quanto affermo non deve essere considerata presunzione. Poi, con la nascita dei Centri, tutto lo Stormo è cresciuto ed ha assunto la dimensione attuale; il Gruppo ha visto lentamente, molto lentamente, modificarsi le proprie attribuzioni, per assumere i compiti assegnati ad ogni Gruppo di volo dell’Aeronautica Militare.

Così come ritengo meravigliosa l’esperienza vissuta in seno al Gruppo lo stesso penso e vivo nell’animo dell’esperienza trascorsa a comandare, ahimè per un solo anno, l’83° Centro.

Noi del 15° avevamo, e credo l’abbiano ancora adesso, la fortuna di scambiarci piloti specialisti e macchine ad ogni esercitazione, ovvero per ogni esigenza che richiedesse impegni particolari. Da queste esperienze derivava la mia conoscenza dell’83° Centro e del suo personale. Si può quindi comprendere che arrivarci da giovane T.Col. ed assumerne il comando dopo una settimana non fu cosa facile.

Ma a parte questo approccio iniziale, devo riconoscere che il comando di un Centro mi aprì a nuove esperienze e nuovi orizzonti. I sacri testi (le T.O.O.) allora recitavano che “il Comandante di Centro svolge le funzioni di Comandante di Corpo”, non so cosa recitino ora, spero che dicano “è Comandante di Corpo”, perché in effetti quella era la carica che veniva rivestita. E me ne accorsi il giorno stesso della assunzione di comando quando, come da tradizione, firmai il certificato di viaggio del Comandante uscente.

Per non parlare delle simpatiche diatribe con quelli del 5° Stormo. “Tu sei solo l’affittuario di una appezzamento di terreno nella nostra proprietà” cui io rispondevo “No!! Io sono proprietario di un appezzamento di terreno all’interno del vostro. E mi dovete il diritto di passaggio!!” Erano diatribe goliardiche, ma che sotto sotto servivano a saggiare, come fanno i gorilla (in fondo noi siamo sempre dei ragazzini), chi si batteva e metteva in mostra il petto più villoso.

Il riconoscimento che io fossi “proprietario di un appezzamento di terreno” avveniva ogniqualvolta veniva organizzata una cerimonia esterna al 5° Stormo. A tali cerimonie io venivo invitato, a differenza dei colleghi Comandanti di Gruppo del 5°, e sedevo al fianco del loro Comandante. Perché a me si riconosceva l’essere Comandante di una unità indipendente.

L’indipendenza è stato l’aspetto più contrastato da gestire. Contrastato perché se da una parte mi dava ampio margine di manovra, dall’altro mi metteva di fronte alle mie responsabilità da solo, senza l’aiuto del Colonnello Comandante, il padre supervisore che ha sotto di se i suoi Comandanti di Gruppo.

Forse in queste ultime considerazioni la chiave di lettura della differenza fra Gruppo e Centro. Non v’è dubbio che al riguardo si potrebbe dire ancora molto e che potrebbero scaturire altri pareri, con differenti opinioni. Per quel che mi riguarda, dovendo rispondere alla domanda che ho posto a titolo dello scritto, dico Centro. Non me ne vogliano quelli dell’ex 85° Gruppo e non me ne vogliano quelli dell’83° Centro, ma personalmente ritengo che in questa piccola rivoluzione chi guadagnerà di più, pur pensando di perdere, sarà l’85° Centro e chi perderà di più, pur pensando di guadagnare, sarà l’83° Gruppo.

Mammajut

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