MAMMAJUT! Il nostro grido

di Mario Sorino

Il grido che riunisce tutta l’Aeronautica Militare è il “Gheregheghez[1] , ma quando al 15° Stormo si tratta di dimostrare lo spirito di corpo della specialità, il Soccorso appunto, il Reparto ha un grido tutto suo [2].

Al termine dei pranzi di corpo, durante i brindisi ed in ogni occasione dove si voglia ricordare e manifestare l’appartenenza al Reparto, il personale del 15° Stormo e della sua Associazione “Gente del 15°” non lancia il “Gheregheghez”, bensì il “Mammajut” che, ripetuto per tre volte come il grido dell’Aeronautica, ottiene come risposta “Ajut”:

 

MAMMAJUT!

AJUT!

MAMMAJUT!

AJUT!

MAMMAJUT!

AJUT!    AJUT!    AJUT!

 

L’origine del grido, tramandata nella tradizione del Reparto, deriva dal soprannome, appunto “Mammajut”, che gli equipaggi della Regia Aeronautica assegnarono al velivolo CANT Z 501 “Gabbiano” impiegato dalle Squadriglie della Ricognizione Marittima anche nel ruolo di Soccorso Aereo.

 


CANT Z 501 “Gabbiano”

Uno dei protagonisti di quel passato e pilota del Cant Z 501, il nostro Presidente Onorario Generale di Squadra Aerea M.A.V.M. Oreste Genta, interpellato al riguardo dei suoi ricordi circa l’assegnazione di quel soprannome, così ci ha raccontato:

Oreste Genta

“Il Cant Z 501 nacque come aereo da ricognizione marittima e fin dall’inizio della guerra venne impiegato come tale (ricerca del naviglio avversario e scorta antisommergibile e antimina ai nostri convogli) con perdite considerevoli a causa delle sue limitatissime qualità difensive (velocità e armamento).

L’impiego come soccorso fu occasionale e con mare di una certa forza direi pericoloso a causa della sua inadeguatezza strutturale: il velivolo, in sostanza, non era stato costruito per affrontare l’irruenza di un mare fortemente agitato… con il generoso “Mammajut” ho affrontato i vari compiti che mi venivano affidati pur essendo ben conscio della sua ben nota inferiorità combattiva…

Ciononostante, non sono stati pochi i salvataggi portati a compimento. Penso pertanto che ad invocare con “fervore la mamma” siano stati proprio i piloti e gli equipaggi.”


 

Tipico cedimento del castello motore a seguito di un brusco ammaraggio


Un’altra ragione che poteva avere spinto gli equipaggi ad associare l’esortazione di aiuto alla mamma – “Mammajut” – al loro velivolo, oltre che per la ridotta difendibilità dovuta alla scarsa velocità massima (275 Km/h) ed al limitato armamento, erano le conseguenze di ammaraggi pesanti, che potevano causare il cedimento del castello motore e l’interferenza dell’elica nella cabina dei piloti, con il loro ferimento più o meno grave.

Ritornando quindi alle origini del grido del 15°, rimane rilevante il fatto che il Cant Z 501 nelle sue lunghe missioni in mare salvò non pochi equipaggi e naufraghi, uomini che vedevano la salvezza nell’arrivo del Mammajut e ciò gli valse la loro gratitudine.

Il 15° Stormo, ricostituito nel 1965 nel ruolo SAR, ha colto nel Cant Z 501 e nel suo soprannome il messaggio ancora vibrante della salvezza dal cielo, lo spirito principe della sua attività e lo ha voluto celebrare ricordandolo per sempre come grido del Reparto.

…ma il nostro amato 501 non era noto solo come Mammajut, nel seguente articolo vedremo quali altri e pittoreschi soprannomi gli erano stati affibbiati dai suoi equipaggi:

I pittoreschi soprannomi del Cant Z 501 “Gabbiano” negli stemmi delle Squadriglie RM

 

 

 

Condividi l'articolo...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *