Il 18 agosto ci siamo ritrovati al Verano per la consueta cerimonia di ricordo del sacrificio di Francesco Asti. Verrebbe da dire che eravamo i soliti 4 gatti, ma non è vero.
Non è vero perché quest’anno eravamo di meno. Incombeva su di noi la mancanza di Gino Fischione.
Che io ricordi Gino, con la sua signora, era una delle certezze dell’incontro del 18 agosto.
Il duce trascorse un periodo di prigionia anche a La Maddalena. A Villa Weber egli giunse da Ponza, nel primo pomeriggio del 7 agosto, dopo una burrascosa traversata del Tirreno. Il 28 agosto Mussolini venne trasferito, su un idrovolante recante il contrassegno della Croce Rossa, da La Maddalena a Vigna di Valle, e da qui in auto fino ad Assergi, pochi chilometri dall’Aquila. Soltanto dopo verrà condotto a Campo Imperatore.
Titolo e sottotitolo (… e … oltre) sono emblematici di un cammino che il 15° Stormo ha intrapreso e che non è sicuramente giunto a destinazione. Anzi diventa più complesso ed arduo, perché da movimento autonomo di base si deve ora collocare in una cornice più ampia e più strutturata. Per cui ci si propone di contribuire ad accendere un dibattito serio e costruttivo sul futuro del 15° Stormo.
“un coinvolgente articolo del Magg. Marco Mascari sui soccorsi al traghetto Norman Atlantic, pubblicato sulla Rivista Aeronautica n.6/2016 (per gentile concessione della Rivista Aeronautica)”
Episodi di valore di giovani dell’Aviazione Ausiliaria per la Marina nei lontani giorni di Punta Stilo
– di Raffaele Conversano –
Queste pagine raccontano le lontane vicende di un gruppo di giovani piloti della 148a Squadriglia RML (Ricognizione Marittima Lontana) dell’Aviazione Ausiliaria per la Regia Marina, e dei loro equipaggi, nei quaranta giorni di permanenza nella base siciliana di Augusta, quando nel luglio 1940 furono inviati da Vigna di Valle, l’Idroscalo sul lago di Bracciano, per eseguire pattugliamento marittimo tra la Sicilia e la costa libica e cirenaica. Le imprese di cui si resero protagonisti, soprattutto nei giorni di Punta Stilo, testimoniano come, pur nei limiti organizzativi e tecnologici che caratterizzavano in quel momento l’attività bellica e la presenza aerea italiana nel Mediterraneo, la combinazione di abilità, coraggio e fortuna consentì loro di giuocare ed assolvere un ruolo importante nella fase iniziale del confronto tra la giovane Regia Marina e la più esperta Mediterranean Fleet britannica per il dominio del Mediterraneo Centrale, area così vitale per le sorti dei rifornimenti alle truppe italiane schierate nelle nostre colonie africane.
Nel lavoro di ricerca, si è fatto riferimento ai Diari storici delle singole Squadriglie disponibili presso l’Ufficio Storico dell’Aeronautica militare e ai pregevoli testi di Tullio Marcon: Augusta !940-43; Quarant’anni, due idroscali; Ali Marine. Per quanto riguarda la Regia Marina sono stati di grande aiuto il volume di Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, e i molteplici volumi sulla guerra della Marina italiana negli anni 1940-45 di M. Bragadin. Informazioni e conferme sono state ricavate dal testo Malta: The Hurricane Years 1940-41, di C.Shores, B.Cull, N.Malizia, dalla consultazione di Admiralty War Diaries and Reports,sul Naval-History.Net e del Malta War Diary, Monthly Archives, (http://www.maltagc70.com/).
Ringrazio il Ten. Col. Massimiliano Barlattani dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica per l’attento insostituibile supporto ed i suoi collaboratori dell’Ufficio tutto.
Un grazie anche gli amici dell’Ufficio Storico della Marina per l’attenta disponibilità a segnalare testi di consultazione.
Le vicende qui descritte fanno parte di un lavoro più complesso, attualmente in atto, di ricostruzione dei momenti più salienti della vita di mio padre Remo come pilota di Idrovolanti, negli anni della Regia Aeronautica ed in quelli dell’Aeronautica Militare.
A questo lavoro non mi sarei accinto senza lo sprone del mio amico carissimo Beppe Arcangeli, dirigente dell’Associazione Trasvolatori Atlantici, appassionato storico dell’aviazione e, soprattutto, figlio d’arte e pilota.
Come molti sanno, le radici del 15° Stormo affondano anche nelle Squadriglie della Ricognizione Marittima Lontana, reparti della Regia Aeronautica impiegati durante il secondo conflitto mondiale nel diretto supporto alle operazioni della Regia Marina.
A chi non è mai venuta voglia di spararsi la posa? Alzi la mano chi dice di no! Se poi si tratta di piloti credo sia impossibile vedere un braccio alzato. Quindi non posso nascondere che anche a me la voglia è venuta, ma il bello da raccontare è che la voglia poi mi è capitato vederla comparire nell’HH3F. Roba da non credere!
Da esperti conoscitori della Storia che abbiamo alle spalle, noi “Gente del 15°” sappiamo benissimo che il Cant Z 501 che equipaggiava tutte le Squadriglie della Ricognizione Marittima aveva come denominazione ufficiale “Gabbiano” e che solo successivamente all’inizio delle operazioni belliche fu soprannominato dagli equipaggi “Mammajut”, con un intendimento affettuoso non disgiunto da una vena fatalistico-scaramantica, per le sue scarse prestazioni e capacità difensive quando costretto a fronteggiare gli attacchi di velivoli avversari. Nonostante le sue limitazioni…
Il grido che riunisce tutta l’Aeronautica Militare è il “Gheregheghez”, ma quando al 15° Stormo si tratta di dimostrare lo spirito di corpo della specialità, il Soccorso appunto, il Reparto ha un grido tutto suo…
Piove a dirotto la mattina del 6 gennaio 2016 mentre in macchina, assieme a mia moglie e mio figlio, sto andando all’aeroporto di Pisignano di Cervia per partecipare ad una manifestazione che il 15° Stormo organizza in questa data. Sono particolarmente silenzioso ed un po’ triste e mia moglie che mi conosce ormai da più di 45 anni, senza parlare, avvicina la sua mano alla mia e mi accarezza, riesce a capire da uno sguardo cosa sto pensando. Mi guarda e disegna sul suo volto una specie di sorriso e sempre in silenzio mi stringe forte la mano. Ma, prima di proseguire, è opportuno che vi faccia comprendere cosa sta succedendo e per questo riporto quasi integralmente un articoletto scritto dal buon Mario Sorino, mio caro amico ed in quella occasione ottimo secondo pilota.Leggi tutto “Incontro dopo 34 anni”
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