HISTORIA DE UN AMOR

Sono un bel po’ di anni che Antonio (Totonno) Toscano ci ha lasciato e molti sanno quanto sia enorme il vuoto che ha lasciato in noi ed in seno all’Associazione. Nel suo ricordo vogliamo riproporre un suo scritto, redatto quando era già in congedo, con il quale volle tracciare i 17 anni trascorsi in seno al 15° Stormo, dal 1979 al 1996. Furono anni molto particolari, nel corso dei quali lo Stormo subì cambiamenti così profondi, e fu testimone di eventi storici che lo videro attore protagonista, che rappresentano una delle pagine più nobili della storia della Forza Armata.

Tutti i personaggi descritti da Totonno hanno da tempo lasciato la Forza Armata, ed ahimè alcuni ci hanno lasciato definitivamente, per cui si è ritenuto necessario inserire poche note esplicative per rendere meno ermetico il racconto, pieno di soprannomi e modi di dire familiari solo a chi quel periodo ha vissuto in prima persona.
Lo scritto può apparire un’autocelebrazione dello Stormo e dei personaggi descritti, ma chi, come noi anziani, ha vissuto quel particolare periodo può, senza timore di essere smentito, affermare che non si tratta di un’autocelebrazione, non ne sentiamo il bisogno, è solo l’emozionante, ed a volte commovente, racconto di un meraviglioso periodo trascorso insieme da un nucleo molto nutrito di persone che per questo si ritengono solo e profondamente dei fortunati.

Fiù, firifiùùù
M.S.


HISTORIA DE UN AMOR, ovvero
Piccola storia semiseria di un “su e giù” …ma anche un pò “dentro e fuori”

– DI ANTONIO TOSCANO –


Forse un giorno, forse un anno durerà…

diceva la famosa canzone, cercando di rispondere ad un interrogativo misterioso sulla durata di un rapporto; il su e giù invece, era la metafora dell’ARS che veniva sballottato con verricello su posti per lo più “borderline”, scelti magari oculatamente ma con un poco di sadismo, all’occorrenza quando faceva freddo e di notte; ecco anche spiegato il “dentro e fuori”, per cercare di far durare la tortura dello scheletro il più a lungo possibile. Credo di aver reso l’idea.
Questa storia è un percorso, uno di quei percorsi della memoria dove sono presenti un sacco di cose per lo più piacevoli che potrebbero generare in qualcuno rammarico o rimpianti, ma non è così e non è questo lo scopo; è invece un tentativo di descrivere la miscela di cose che erano presenti nell’aria, dal 1979 al 1996 al 15° Stormo.

Iniziai la mia avventura con un “litigio”
La mia storia comincia con un litigio fra un capo molto assolutista, ma buono e paterno, ed un piccolo uomo che aveva tanta voglia di essere e di divenire.
Così nel dicembre del ‘79 comincia la mia storia con il 15° Stormo SAR, ma già venivo da una esperienza straordinaria come socio fondatore della specialità aerosoccorritori e prima ancora da un laboratorio-fucina chiamato 2° Ufficio del 4° Reparto SMA, dove si lavorava per lo sviluppo tecnico e la ricerca scientifica.
Il Capo del Reparto era uno tosto e severo; c’era gente di grande competenza, Bartolucci, Bernardini, Nenca, Colagiovanni, Meloni, Goldoni tanto per citarne alcuni che poi sono divenuti tra i generali più in vista e più prestigiosi dell’A.M..

Quando arrivai al 15° c’era il capo-macchiettista((Capo-macchiettista: L’autore si riferisce al Comandante di Stormo)) ed una squadra di giovani piloti che avevano la mia stessa voglia di essere e divenire ed un complesso di specialisti di grandissimo ordine che avevano una dedizione lavorativa fuori dal comune.
All’85° Gruppo c’erano già gli “inossidabili”, Berardo, Fabbri, Campi, Roda, Fischione, Generosi, già capi equipaggio, i quali erano i figli di Genovese e Gibilisco;((Nota: Genovese, Iecher e Gibilisco erano anziani Sottufficiali Piloti)) c’era Mazzucco che era figlio di Onorati, una vera spina dorsale e la traccia del DNA su cui si sviluppò il futuro; c’era Aldo Iacoella che cantava sempre “Semo gente de borgata” e l’ “Ammiraglio” Lorenzoni; gente che già aveva esperienze di volo con i 47.J ed i vecchi elicotteri AB.204: i nati elicotteristi.

Gli specialisti dei Grumman erano transitati agli elicotteri ed avevano travasato nei giovani tutta la loro esperienza di volo e di manutenzione: la premiata ditta Bettanello & soci. Eravamo tutti nel vecchio hangar che fungeva da stormo-gruppo, tutti in locali un poco vetusti ma pieni di accoglienza umana e professionale, una meraviglia per chi aveva sognato da una vita di appartenerci e di esserci e poi c’era Carbone, un simpatico tifoso romanista che s’infiammava quando cera il derby e che era uno specialista di tutto rispetto, uno di quelli che sentiva il motore con l’orecchio!!!.

E’ difficile rappresentare una storia, perché la storia non è sempre coltivata come una scienza esatta; infatti gli storici non sono scienziati e quindi non vengono considerati al pari dei medici o dei fisici, eppure loro hanno la precisa disciplina-passione, quella di saper testimoniare il passato, per conoscere meglio e leggere il presente; purtroppo non apprezzati come categoria umana assai contributiva, anche se a volte la loro rappresentazione dei fatti è piuttosto personalizzata, come in questo caso.

Cerco quindi di rappresentare i fatti con un certo ordine, soffermandomi su episodi e su personaggi, con l’intento di trasmettere innanzitutto l’atmosfera che regnava, che è il cosa si respirava, l’elemento indispensabile per lo sviluppo della vita.

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