“Quando un pioniere del soccorso ci lascia il suo operato passa alla storia. E tanto più sarà ricordato dagli altri amici e colleghi in proporzione ai valori che ha saputo trasmettere nel suo quotidiano lavoro di squadra. Il suo ricordo sarà indelebile.”
Oggi siamo addolorati nel dare comunicazione che Mario Catini, l’amico e compagno di tante ore di volo, uno dei Soci Fondatori della nostra Associazione ci ha lasciato per spiccare il suo ultimo volo.
Molti lo avranno conosciuto quando era ancora in servizio presso l’85° Gruppo a Ciampino; altri in una delle tante riunioni conviviali della Associazione Gente del 15°, perché di quelle occasioni, come tutti quelli della “vecchia guardia”, non se ne perdeva mai una, sempre accompagnato dalla sua gentile Signora.
Amicone e ben voluto da tutti, stimato per le sue qualità professionali, ma anzitutto per quelle caratteriali, Mario è stato “un grande esempio di vita” e come riportato dal Gen. S.A. Valtero Pomponi, suo Comandante di Squadriglia e di Gruppo già dai tempi dell’84° Gruppo a Ciampino con il velivolo Grumman HU-16 e successivamente Comandante del 15° Stormo negli anni 80 con l’elicottero HH3F, “una persona eccezionale”.
Sei arrivato al Soccorso Aereo nel 1955, quando molti di noi indossavano ancora i pantaloncini corti; hai iniziato a volare da giovane 1° Aviere e poi nel lontano 1958 fosti inviato negli USA, presso la Chanute Air Force Base (Illinois), per la frequenza del corso sul Grumman.
Pioniere del soccorso, e uomo del 15° da sempre, chi ha volato con te non può dimenticare la tua professionalità e la grandissima esperienza accumulata in tanti anni di volo e con tanti soccorsi; la tua sola presenza ci ha sempre dato forza, coraggio, sicurezza, ma principalmente serenità.
Nei momenti necessari hai saputo sempre trovare le parole giuste o la pronta battuta per sdrammatizzare ogni situazione, addolcendo le tensioni o ironizzando sulle preoccupazioni.
Anche chi ti ha appena “sfiorato” nel suo breve periodo di permanenza al SAR ed al 15°, afferma “che è bastato per annoverarti, con la mente e con il cuore, fra le persone speciali del Reparto, di cui non sarà agevole perderne il ricordo.”
Personalmente mi fa piacere ricordarti raccontando e riportando due tue frasi inserite nel libro dell’HH3F “rimaste alla storia”, che mi piace raccontare.
L’articolo, riportato nel libro e di cui cito uno stralcio, riguarda la prima esperienza “antincendio” vissuta con l’HH3F.
“Perfettamente ignoranti in materia ed avendo effettuato solo un paio di trasporti al gancio baricentrico nelle missioni di addestramento per il conseguimento delle qualifiche operative, ci si chiedeva – tabelle alla mano – quanta acqua poter caricare, a che velocità spostarsi con la benna al gancio, come avvicinarsi al fuoco e con quali manovre di attacco, come mettere in atto una eventuale “fuga” in emergenza.
Ma poi si cominciò a volare; la sera del 9 agosto – dalle 19.35 alle 20.05 – fu effettuato il primo volo con la benna sospesa al gancio baricentrico e le prime prove di carico e scarico d’acqua. Non ricordo proprio nulla di quella missione, svolta insieme a Maurizio Conti, ma Gianni (che sedeva in mezzo) è testimone ancora oggi di quello spirito scanzonato e goliardico con cui abbiamo sempre affrontato ogni circostanza ed ogni difficoltà.
E così, in una fase di carico e sgancio dell’acqua nello stagno di Elmas e in attesa di ricevere indicazioni utili dal nostro Mario Catini – letteralmente sdraiato per terra e con la testa fuori dal portellone – tutto ci si si poteva aspettare, meno che sentirsi dire da Mario in interfono : “Ah comandà, ma che ce frega a noi de buttà l’acqua, ma guardi ‘sti aironi rosa quanto so’ belli”.
Con questo spirito, ma con grande attenzione e determinazione, siamo riusciti a svolgere tutte le missioni antincendio che ci sono state richieste, volando sempre ed ogni giorno dall’ora di pranzo fino alle ultime luci. Su e giù a caricare acqua dove c’era, a raggiungere il fronte del fuoco e scaricarla ……..ogni tanto magari sui poveri forestali e con il solito Mario Catini a dirci “ Ah Comandà …..de foco n’avemo preso poco ma l’avemo fracicati tutti”.
E c’è chi ha voluto condividere questo ricordo: “Al mio primo aggancio rotore sull’HH3F, Mario era membro dell’equipaggio. Così nel giro esterno dei controlli notai delle perdite di olio dalle pinne e delle vistose scollature sulle fiancate, allora chiesi a lui se era normale tutto ciò e lui scherzosamente disse “tutto normale se perde olio significa che c’è”. A quel punto gli chiesi “ma lei ci viene in volo con questo elicottero? ” e il Sor Catini replicò “mica sono scemo, io tra due mesi vado in pensione“.
Questo lo spirito con cui hai sempre reso sopportabile ogni nostra fatica, senza mai perdere l’occasione per una ventata di buonumore.
Ma oltre a questi momenti ci sono stati anche quelli in cui c’era poco da scherzare e c’era solo da rimboccarsi le maniche. Come quando ti trovasti a bordo dell’elicottero ammarato in emergenza a largo del Circeo, dopo che la cabina di pilotaggio era stata invasa da fumo preveniente dal frontale dell’elicottero: “Una volta ammarati – riporta il Capo Equipaggio – spegniamo i motori ed abbandoniamo i posti di pilotaggio. Catini decide di andare a controllare il vano batteria, entra in acqua con il cacciavite tra i denti e si dirige a nuoto verso il muso dell’elicottero, dove è posizionata la batteria, apre il vano e scopre che era bollente e fumava da tutte le parti, con fuoriuscita di acido”.
Chiudo dicendo che ciascuno di noi si onora di averti conosciuto e considera un privilegio aver condiviso con te tanti momenti della nostra vita aeronautica; te ne sei andato lasciandoci un vuoto nel cuore, ma anche il ricordo indelebile di una persona eccezionale. Tutti ti abbiamo voluto bene e ti ricorderemo sempre con grandissimo affetto.
Sul sagrato della chiesa del Sacro Cuore a Ciampino, dove erano presenti tanti amici, Mario Sorino ti ha salutato cosi…..
Con il cuore infranto abbracciamo tutta la tua famiglia, la signora Elvira ed i tuoi due figli, unendoci al loro dolore in questa luttuosa ed assai triste circostanza.
Ciao Mario, riposa in pace.